PA: i finanziamenti esistenti per la riqualificazione degli edifici pubblici

Marzo 7, 2024

Sulla riqualificazione degli edifici pubblici e la rigenerazione del patrimonio esistente della PA ci sono misure e stanziamenti importanti. Ecco alcune delle indicazioni

La necessità di riqualificazione degli edifici pubblici è al centro di varie linee di intervento e di finanziamento che interessa la PA. D’altronde, il patrimonio è ampio e necessita di manutenzione: come ricorda la Camera dei Deputati, secondo quanto emerge dal Rapporto sugli immobili pubblici pubblicato dal MEF (anno 2018), le amministrazioni locali detengono la maggior parte del patrimonio immobiliare censito, circa 806 mila fabbricati e un milione e 400 mila terreni.

Per renderlo quanto più funzionale, sicuro e adatto a rispondere alle esigenze attuali sono previste diverse misure di sostegno.

Conto termico, bonus barriere architettoniche, mitigazione vulnerabilità sismica

Tra gli strumenti consolidati per la riqualificazione degli edifici pubblici, il Conto Termico è uno dei più significativi. Tale strumento incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni. Come spiega il GSE, i beneficiari sono principalmente le Pubbliche Amministrazioni, ma anche imprese e privati, che potranno accedere a fondi per 900 milioni di euro annui, di cui 400 destinati alle PA.

“Grazie al Conto Termico è possibile riqualificare i propri edifici per migliorarne le prestazioni energetiche, riducendo in tal modo i costi dei consumi e recuperando in tempi brevi parte della spesa sostenuta. Recentemente, il Conto Termico è stato rinnovato rispetto a quello introdotto dal D.M. 28/12/2012”.

Per l’anno in corso è tuttora attivo il bonus barriere architettoniche. Si tratta di una misura incentivante che prevede la detrazione del 75% sulle spese sostenute da enti pubblici e privati (oltre che da cittadini e imprese) per eliminare ostacoli alla mobilità. La misura è stata prorogata dalla Legge di Bilancio 2024 fino al 2025.

Sempre nella Legge di Bilancio è stato istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, un Fondo per il finanziamento di un programma di mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, con una dotazione pari a 45 milioni di euro per l’anno 2024 e a 60 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2028.

Riqualificazione degli edifici pubblici: novità per scuole e università

A proposito di scuole e università, nel nuovo PNRR sono stanziati 921 milioni di euro aggiuntivi per interventi di sicurezza per edifici scolastici, che intendono finanziare misure per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e la realizzazione di nuove strutture educative.

Per quanto riguarda, invece, il mondo degli atenei e dell’edilizia, c’è un Fondo a sostegno dell’edilizia universitaria per finanziare interventi di costruzione, ristrutturazione e miglioramento degli edifici alloggi e residenze per studenti universitari, segnala il Ministero dell’Università e della ricerca. Il finanziamento sarà crescente e prevede 10 milioni di euro per il 2024, 20 per il 2025, 50 per il 2026 e 70 milioni per gli anni a seguire destinati all’edilizia universitaria in generale, per un totale di 150 milioni di euro.

Rigenerazione urbana: cosa è previsto

La riqualificazione degli edifici pubblici e del patrimonio della PA conta su importanti stanziamenti finalizzati a sostenere l’attuazione di progetti di rigenerazione urbana per la riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale.

La stessa Camera dei Deputati ha ricordato – lo scorso 18 gennaio – una dotazione complessiva per il biennio 2025-2026 pari a 235 milioni di euro quale fondo per investimenti di rigenerazione urbana a favore dei comuni con popolazione inferiore a 15mila abitanti. Lo stanziamento rientra nello stato di previsione del ministero dell’Interno.

Per quanto riguarda i contributi ai Comuni per interventi sul territorio, la stessa Camera ricorda che le risorse assegnate dal Ministero dell’interno ai comuni, per il 2024 e 2025, a favore di investimenti relativi a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio “sono finalizzate allo scorrimento della graduatoria delle opere ammissibili per l’anno 2023”. La condizione obbligatoria per i Comuni beneficiari delle risorse per le annualità 2023, 2024 e 2025 è concludere i lavori entro il 31 marzo 2026.

Si specifica, inoltre, che quanto disposto è volto a garantire il rispetto dei target associati alla Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica – Componente 4 – Tutela del territorio e della risorsa idrica – Investimento 2.2 – Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Ricorda che:

“per la progettazione definitiva ed esecutiva relativa a interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio degli enti locali, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade, è stato adottato il decreto del Ministero dell’interno del 28 ottobre 2022 con il quale è stata disposta l’assegnazione (Allegato I del D.M. 28 ottobre 2022) di ulteriori risorse finanziarie, previste per il 2023, pari a complessivi 350 milioni di euro, finalizzate allo scorrimento della graduatoria dei progetti ammissibili per l’anno 2022”.

Ora si attende la nuova direttiva EPBD

Per la riqualificazione degli edifici pubblici, si devono attendere i riflessi che avrà la nuova EPBD (Energy Performance Building Directive), altrimenti citata come Direttiva Case Green

Il Parlamento e il Consiglio UE hanno raggiunto un accordo provvisorio il 7 dicembre 2023, che ora deve essere adottato formalmente.

La nuova EPBD intende accelerare i tassi di ristrutturazione degli edifici, ridurre le emissioni di gas serra e il consumo energetico. e promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili negli edifici.

Si afferma che i nuovi edifici occupati o di proprietà del settore pubblico dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Gli Stati membri saranno tenuti a ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali (compresi gli edifici pubblici) con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% con le peggiori prestazioni entro il 2033 sulla base di requisiti minimi di prestazione energetica.

Edifici pubblici: dalla riqualificazione al modello smart building

Per arrivare preparati al contesto indicato dall’Unione Europea sarà necessario contare non solo sui finanziamenti, ma anche su professionisti in grado di rispondere alle esigenze e rendere possibile trasformare edifici esistenti in smart building. È un obiettivo possibile per chi, come Le Fonti Group, lavora alla decarbonizzazione degli edifici e alla loro digitalizzazione.

Il gruppo italiano si presenta anche in veste di general contractor, proponendo un approccio che unisce la volontà di trasparenza, autorevolezza, solidità e servizi innovativi a valore aggiunto.

“Vediamo una grande opportunità anche nella direttiva delle case green”, ha affermato a LUMI4Innovation il presidente Riccardo Tassi, illustrando il metodo messo a punto dallo stesso Gruppo, che passa anche dalla valorizzazione e tutela del dato. Proprio la tutela e l’archiviazione dei dati sono al centro di una recente collaborazione tra Le Fonti Group e il CTT – Centro di Trasferimento Tecnologico ART. Oltre alla collaborazione con il CTT sulla tutela dei dati, è attiva una partnership con Hexagon sul fronte delle nuove tecnologie AI e IoT applicate alla smart city, di cui gli edifici “intelligenti”, privati e pubblici, saranno parte integrante.

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