Telemedicina e Servizi condominiali di assistenza alla persona
Mese: Maggio 2024
Nell’epoca storica in cui stiamo vivendo, siamo ormai abituati a parlare di digitalizzazione e smartizzazione, soprattutto in funzione di determinati ambiti applicativi: edilizia pubblica e privata, abitativa o commerciale, mobilità, automazione industriale, ecc. Tuttavia, il digitale e nuove tecnologie quali Big Data, Intelligenza Artificiale o Deep Learning – solo per citarne alcuni dei nomi ormai di dominio comune – stanno influenzando molti altri aspetti della nostra vita quotidiana, salute, sanità e cura della persona non sono esclusi.
A questo proposito, si parla sempre più spesso di Telemedicina: un nuovo approccio all’assistenza sanitaria, che si affianca – e non sostituisce – alla medicina tradizionale, il cui sviluppo ha subito una rapida accelerazione a causa della recente pandemia.
Telemedicina: cosa si intende
La telemedicina sfrutta la tecnologia per fornire assistenza sanitaria a distanza, consente ai medici e al personale sanitario di offrire cure ai pazienti tramite devices quali computer e smartphone.
Oggi, la telemedicina è utile per diagnosticare problemi sanitari minori, scambiare informazioni su trattamenti domiciliari, effettuare controlli post-trattamento o follow-up per malattie croniche, trasmettere prescrizioni velocemente e mantenere il contatto tra medico e paziente fuori dagli orari di ricevimento o quando il paziente non può lasciare casa, ma le previsioni per il prossimo futuro ne proiettano il potenziale ancora più in là.
Telemedicina in Europa e Italia: un mercato in crescita
Nel periodo pre-Covid19, nel vecchio continente, soltanto in Inghilterra, Irlanda e Paesi del Nord Europa, la telemedicina era già regolarmente utilizzata come strumento di assistenza sanitaria, mentre in Italia l’utilizzo del servizio registrava numeri molto bassi.
In Italia, l’introduzione ufficiale della telemedicina nel Servizio Sanitario Nazionale è avvenuta nel dicembre del 2020, con la ratifica del Ministero della Salute durante la Conferenza Stato-Regioni, dove sono state stabilite le linee guida che disciplinano le visite, i consulti, l’emissione di referti e la teleassistenza. Linee guida nelle quali la telemedicina viene definita come una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Information and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località.
Secondo i dati raccolti nello studio Innovative Business Models Powering the Telehealth Market in Europe di Frost & Sullivan, il mercato europeo della telemedicina nel 2020 valeva 6,53 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 29,4% e, secondo le stime, raggiungerà i 20 miliardi entro il 2025. Il comparto delle visite virtuali mostra un tasso di crescita annuo ancora più elevato, pari al 41,2%, per un valore di 8,43 miliardi di dollari previsto entro il 2025. Inferiore, invece, è la previsione di crescita del mercato del monitoraggio remoto dei pazienti, che toccherà i 3,15 miliardi.
Telemedicina: PNRR e finanziamenti per incentivare l’assistenza sanitaria domiciliare
Tale crescita, tanto in valore di mercato quanto in efficacia, sarà possibile anche grazie agli importanti investimenti dei quali il settore della telemedicina italiana sta beneficiando. Nel corso della Conferenza tra Stato e Regioni, tenutasi il 21 settembre 2023, è stato dato un parere positivo al decreto che regola la distribuzione delle risorse finanziarie dedicate alla telemedicina, assegnando 750 milioni di euro al settore con l’intento di raggiungere almeno 200.000 utenti. Figura cruciale è l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, Agenas, designata a ricevere 50 milioni di euro per gestire gli investimenti e valutare i progetti proposti dalle varie regioni italiane.
In aggiunta, Regioni e Province Autonome beneficeranno di oltre 432 milioni di euro, destinati a soddisfare le specifiche necessità della telemedicina. Un decreto di settembre 2022 ha definito le procedure per l’implementazione delle soluzioni di telemedicina, enfatizzando la necessità per ciascuna regione di creare un Piano Operativo dedicato. Queste misure fanno parte della Missione 6 del Pnrr, che mira a potenziare il Servizio Sanitario Nazionale attraverso l’evoluzione della telemedicina, guardando in particolar modo ai pazienti affetti da patologie croniche.
Telemedicina e servizi condominiali: smart building e dati a supporto dell’assistenza sanitaria
L’aumento dei costi della sanità e la riduzione di investimenti nei servizi sanitari pubblici rispetto al PIL rappresentano, oggi, una potente spinta alla diffusione della telemedicina.
I servizi di telemedicina sono un potente strumento per ridurre i costi sanitari e aumentare l’efficienza degli interventi. Le visite da remoto, in particolare, possono fornire risposte immediate al paziente, ridurre l’affollamento nei pronto soccorso e, conseguentemente, dei tempi di attesa.
L’importanza dei dati per promuovere nuovi modelli di sanità domiciliare
La telemedicina consente di introdurre nuove strategie di intervento, assistenza e cura del paziente, grazie all’uso intensivo dei dati. Il periodo pandemico ne è stato la prova: durante l’emergenza sanitaria scatenata dal Covid19, il settore sanitario ha trovato un sostegno fondamentale nella tecnologia, specialmente attraverso la telemedicina e i dati.
E proprio i big data e l’analisi avanzata di questi dati sono lo strumento grazie al quale sarà possibile sbloccare il grande potenziale della telemedicina.
Nell’ambito sanitario, infatti, la raccolta, l’analisi e l’utilizzo accurato dei dati diventano lo strumento grazie al quale comprendere nel dettaglio le condizioni dei pazienti, eseguire diagnosi precise, ma anche individuare i fattori determinanti per la diffusione delle malattie, prevenendole.
Ancora una volta la raccolta e l’analisi dei dati sono ciò che rende possibile il monitoraggio e l’assistenza da remoto dei pazienti con disturbi cronici, ad esempio, oppure dei degenti dimessi, con terapie e trattamenti personalizzati. Questo approccio consentirà uno sgravio sulla sanità territoriale, consentendo un monitoraggio più accurato dei soggetti fragili, migliorando in generale l’efficacia dell’assistenza sanitaria.
La telemedicina come servizio condominiale
L’introduzione della telemedicina e dell’assistenza medico-sanitaria a distanza alla persona all’interno dei servizi condominiali rappresenta uno step evolutivo estremamente positivo nell’ambito dell’innovazione digitale. La sinergia tra assistenza sanitaria e digitale promette di trasformare il modo in cui gli abitanti dello smart building ricevono cure mediche e assistenza nel contesto della propria abitazione, specialmente in strutture residenziali condivise come i condomini.
Attraverso l’impiego di tecnologie digitali avanzate, la telemedicina offre un accesso semplificato e potenzialmente immediato a servizi sanitari, eliminando le barriere fisiche che spesso separano i pazienti dai fornitori di cure. Integrando questi servizi direttamente negli ambienti condominiali, si può migliorare notevolmente la qualità della vita degli abitanti, offrendo assistenza personalizzata e continua, indispensabile, ma oggi spesso inaccessibile, per anziani, persone con disabilità o chiunque necessiti di monitoraggio regolare.
Applicazioni di questo tipo sono tutt’altro che futuristiche. Anche in Italia esistono oggi esempi virtuosi di senior co-housing, ovvero complessi residenziali evoluti, composti da più appartamenti e stanze, che ospitano persone over 65 sole o fragili, che godono della necessaria e fondamentale assistenza sanitaria, grazie alla telemedicina. Attraverso l’utilizzo delle più evolute tecnologie digitali e i dati, il personale preposto può monitorare i comportamenti tipicamente rischiosi per gli anziani o individuarne di anomali, tenerne sotto controllo i parametri vitali, quali pressione o il peso, in modo da gestire in modo semplice le terapie di pazienti cronici e prevenire, per quanto possibile, l’insorgenza di altre patologie.
Perché modelli di questo tipo possano diffondersi è necessario affidare i propri progetti ad aziende capaci di innovare sfruttando le più evolute tecnologie offerte dalla digitalizzazione. Scegliere di affidarsi a un General Contractor come Le Fonti Group garantisce non solo una gestione esperta e innovativa dei progetti di building automation, ma significa predisporsi oggi alle necessità di domani.
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Smart Readiness Indicator: cos’è e a cosa serve
Maggio 24, 2024
Smart Readiness Indicator: cos’è e a cosa serve
Mese: Maggio 2024
La Direttiva Europea Case Green sta progressivamente modificando il concetto di efficienza energetica degli edifici, introducendo la gestione intelligente di impianti, consumi e servizi per l’abitante come criteri di riferimento per la sua valutazione.
Da questo processo nasce lo Smart Readiness Indicator: uno strumento innovativo, comune per tutti i Paesi dell’Unione, per misurare l’intelligenza degli edifici in funzione della loro efficienza energetica e, conseguentemente, del comfort abitativo.
Cos’è lo Smart Readiness Indicator
Oltre un terzo delle emissioni totali di gas serra registrate nell’Unione Europea è da attribuirsi agli edifici. È in questo contesto che ha preso forma la Direttiva EPBD, la cosiddetta Direttiva Europea Case Green, una norma finalizzata a incentivare l’ammodernamento degli edifici, per efficientarli dal punto di vista energetico e dei consumi.
La direttiva Case Green fa leva sull’utilizzo dei più evoluti sistemi di domotica per l’ottimizzazione energetica degli edifici, affinché questi possano trasformarsi da elementi passivi a entità intelligenti, capaci di modulare l’utilizzo di risorse – e quindi i consumi energetici – in funzione delle necessità degli abitanti. L’integrazione della domotica più tradizionale con le più avanzate tecnologie di raccolta e analisi dei dati diventa, quindi, un elemento chiave nella corsa verso la realizzazione di edifici a emissioni zero.
Perché tutto questo possa concretizzarsi, si rende necessario definire un sistema di misurazione comune per tutti gli Stati membri, attraverso il quale poter valutare l’effettivo grado di smartness degli edifici.
Questo sistema è lo Smart Readiness Indicator (SRI): una leva per incentivare l’innovazione tecnologica e l’ammodernamento intelligente del patrimonio edilizio, in prospettiva del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e neutralità climatica entro il 2050.
Come funziona lo Smart Readiness Indicator
Il sistema di valutazione Smart Readiness Indicator (SRI) consente di pesare il grado di intelligenza degli edifici in base a tre fattori fondamentali:
- La capacità dell’edificio di adattare il funzionamento dei propri sistemi alle necessità degli occupanti
- La sua capacità di ottimizzare il proprio consumo energetico
- La flessibilità nel consumo di energia elettrica complessiva dell’edificio e la sua capacità di interazione con la rete elettrica.
Per calcolare l’SRI, l’ente certificatore valuta la capacità dell’edificio di accogliere i sistemi e le tecnologie utili per migliorarne l’efficienza energetica, la connettività e la sostenibilità. Per farlo, sono stati individuati 54 servizi smart, raggruppati in 9 diversi domini, in particolare:
- riscaldamento
- raffrescamento
- acqua calda sanitaria
- sistema di ventilazione
- illuminazione
- copertura dinamica edificio
- elettricità
- sistemi di ricarica veicoli elettrici
- controllo e gestione.
Successivamente, per ognuno dei 54 servizi, viene valutato il livello di funzionalità e il grado di intelligenza, sulla base di 7 criteri fondamentali:
- Risparmio Energetico
- Flessibilità Energetica
- Comfort
- Convenienza
- Benessere e Salute
- Manutenzione
- Informazione per l’utente.
L’aggregazione dei risultati di queste singole analisi restituisce, alla fine, il risultato complessivo della valutazione.
Riassumendo, si può quindi affermare che l’adozione dello Smart Readiness Indicator per gli edifici permette di:
- Promuovere l’innovazione nelle tecnologie smart applicate agli edifici;
- Aumentare la consapevolezza energetica degli occupanti;
- Migliorare l’efficienza energetica generale e le prestazioni degli edifici;
- Contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e sensibilizzare all’uso di energia da fonti rinnovabili.
Gli studi promossi dalla Commissione Europea hanno restituito una stima dei benefici dei quali il settore edilizio potrebbe beneficiare fino al 2050 grazie allo Smart Readiness Indicator. Dalla sua applicazione si potrebbe ottenere un risparmio energetico finale di oltre il 5% entro il 2050, stimolare investimenti fino a un valore di 181 miliardi di euro in 30 anni e ridurre di 32 milioni di tonnellate le emissioni annue di gas serra.
Quando entrerà in vigore lo Smart Readiness Indicator
L’entrata in vigore dello Smart Readiness Indicator è direttamente dipendente da alcuni passaggi di consegne descritti dalla più ampia Direttiva Europea Case Green.
Con l’identificazione dell’SRI come criterio di valutazione dell’intelligenza degli edifici e definita la relativa metodologia per calcolarlo si è compiuto il primo cruciale step.
L’iter prevede che, entro il 30 giugno del 2026, la Commissione Europea presenti al Parlamento Europeo gli esiti di studi e di test effettuati sull’applicazione dello SRI.
Successivamente, entro il 30 giugno 2027, la Commissione, tramite apposito atto, prescrivere l’adozione dello Smart Readiness Indicator come indice di valutazione comune per tutti i Paesi dell’Unione.
SRI: l’importanza dei dati negli Smart Buildings
Con l’applicazione di un sistema valutativo come l’SRI è fondamentale poter disporre dei dati relativi agli edifici necessari per capire lo stato degli stessi e pianificare eventuali interventi preventivi.
A tal proposito, la Direttiva Case Green prevede che proprietari, affittuari o gestori di immobili possano accedere liberamente ai dati relativi alle proprie abitazioni o edifici commerciali. Tali dati devono restituire informazioni relative a:
- Prestazione energetica degli edifici
- Sistemi di automazione e controllo
- Sistemi di riscaldamento
- Sistemi di misurazione
- Punti di ricarica per veicoli elettrici.
Ma in un panorama di questo tipo diventa fondamentale non farsi cogliere impreparati dall’entrata in vigore della Direttiva Case Green.
La capacità di Le Fonti Group di fondere digitalizzazione e transizione energetica, elementi essenziali per l’aggiornamento del patrimonio immobiliare in Italia, lo rende un riferimento fondamentale per chi desidera intraprendere un percorso di efficientamento energetico e smartizzazione per edifici pubblici, residenziali e commerciali.
Scegliere di affidarsi a un General Contractor come Le Fonti Group garantisce non solo una gestione esperta e innovativa dei progetti di ristrutturazione, nel rispetto delle normative europee, ma permette anche di anticipare le scadenze imposte dalla Commissione Europea, evitando così di essere impreparati di fronte agli imminenti requisiti della Direttiva Case Green.
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Maggio 24, 2024
Sisma bonus 2024: Come richiedere gli incentivi e a chi affidarsi
Mese: Maggio 2024
Anche per l’anno in corso ci sono misure incentivanti interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico oltre a misure dedicate alle aree colpite dai terremoti del 2009 e 2016
Parlare di Sisma-Bonus 2024 è necessario, dato che l’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo. Negli ultimi 2500 anni, è stata interessata da più di 30mila eventi sismici di media e forte intensità (superiore al IV-V grado della scala Mercalli), dei quali circa 560 di intensità uguale o superiore all’VIII grado, ricorda il Dipartimento della Protezione Civile. Già solo nell’ultimo secolo, sono diversi gli eventi che hanno colpito duramente diverse zone d’Italia.
Proprio per sostenere gli interventi agli immobili danneggiati dagli eventi sismici verificatisi in Abruzzo, nonché nel Lazio, Marche e Umbria rispettivamente nel 2009 e nel 2016, il Decreto-Legge 39/2024, il cosiddetto “Decreto Stop Superbonus” ha previsto specifiche disposizioni.
Inoltre, a livello nazionale, sono previste misure incentivanti per Interventi per l’adozione di misure antisismiche, con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica. Come specificheremo di seguito, fino al 31 dicembre 2024 è prevista una detrazione “rafforzata”, che varia dal 50% all’85%.
La deroga per gli edifici colpiti dai più recenti terremoti
Una delle novità presenti nel Decreto-Legge 39/2024 è la deroga prevista per Abruzzo e per Lazio, Marche e Umbria: la prima regione è stata colpita dal grave sisma del 2009, le altre da quello del 2016.
Il documento di legge riporta la misura che «trova applicazione nel limite di 400 milioni di euro per l’anno 2024», di cui 70 milioni per gli eventi sismici verificatesi a L’Aquila e provincia. Spetterà al Commissario straordinario assicurare il rispetto del limite di spesa. Lo stesso DL specifica che per gli incentivi di sostegno alle spese per gli interventi antisismici agevolabili, dovranno essere trasmesse al “Portale nazionale delle classificazioni sismiche”, gestito dal Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei ministri, alcune informazioni specifiche.
Queste riguardano: gli interventi agevolati, relative ai dati catastali relativi all’immobile oggetto degli interventi; l’ammontare delle spese sostenute nell’anno 2024 alla data di entrata in vigore del presente decreto; il totale delle spese che prevedibilmente saranno sostenute dopo la data di entrata in vigore del presente decreto negli anni 2024 e 2025; le percentuali delle detrazioni spettanti in relazione alle spese già sostenute nell’anno in corso o che si prevede si dovranno sostenere, quest’anno o il prossimo.
Sisma bonus 2024: quali interventi sono incentivati
È bene specificare che gli interventi incentivabili col Sisma-Bonus 2024 sono quelli che prevedono l’adozione di misure antisismiche, con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica. Come riporta lo studio del Consiglio Nazionale del Notariato, intitolato Immobili e Bonus Fiscali 2024,
«tali opere devono essere realizzate sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici. Se riguardano i centri storici, devono essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari.»
Lo stesso studio ricorda che, alla luce di quanto disposto dall’Agenzia delle Entrate, ai fini dell’agevolazione, gli interventi in questione non devono interessare necessariamente un intero aggregato edilizio. Possono essere ammessi alle detrazioni anche gli “interventi di riparazione o locali” che, se ben realizzati, consentono la riduzione del rischio sismico degli immobili.
Per le spese documentate fino al 31 dicembre 2024 si potrà contare su una misura temporanea di detrazione per lo più del 50% delle spese sostenute su un importo massimo di 96mila euro. Specifica che dal 1° gennaio 2025 si torna alla misura del 36% su un importo massimo di 48mila euro.
Il limite di spesa riguarda il singolo immobile e le sue pertinenze unitariamente considerate, anche se accatastate separatamente.
Detrazione rafforzata
Nello stesso documento del Consiglio Nazionale del Notariato è specificata una “detrazione forzata”, che riguarda le spese sostenute sino al 31 dicembre 2024 per gli interventi di adozione di misure antisismiche, con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica, per i quali si verifichino determinate condizioni.
Per rientrare in questo regime incentivante, gli interventi attivati devono ricadere dopo il 1° gennaio 2017. Gli interventi sono riferiti a costruzioni adibite a abitazione ed a attività produttive su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zona 1 e – dal 1° maggio 2019 – anche le zone 2 e 3).
Nell’agevolazione, vengono comprese le spese per la redazione della documentazione obbligatoria idonea a comprovare la sicurezza statica del patrimonio edilizio e quelle effettuate per la classificazione e la verifica sismica degli immobili.
Sono diverse le modalità di applicazione delle agevolazioni temporanee rafforzate. Per le spese sostenute sino al 31 dicembre 2024, relative a interventi su edifici ubicati in zona sismica 1-2-3 attivati dopo il 1° gennaio 2017 si può contare su una detrazione del 50%, fino a un ammontare massimo di 96mila euro per unità immobiliare.
Per le stesse spese, «qualora dall’intervento eseguito deriva una riduzione del rischio tale da determinare il passaggio ad una classe di rischio inferiore», la detrazione arriva al 70% della spesa sostenuta, salendo all’80% per le unità che scalano di due classi di rischio.
Qualora dette spese riguardino interventi realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali, la detrazione, si applica nella misura del 75% – in caso passaggio ad una classe di rischio inferiore – o dell’85% in caso di passaggio a due classi di rischio inferiori.
Se poi si combinano interventi per ridurre il rischio sismico a quelli per la riqualificazione energetica su parti comuni di edifici condominiali ricadenti nelle già citate zone sismiche, spetta una detrazione pari all’80%, se gli interventi determinano il passaggio a una classe di rischio sismico inferiore, che salgono all’85%, se gli interventi determinano il passaggio a due classi di rischio sismico inferiore. La guida evidenzia che tali detrazioni si applicano su un ammontare di spesa non superiore a 136mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio.
L’importanza di affidarsi a professionisti esperti
Le opportunità di accedere alle misure incentivanti del Sisma Bonus 2024 ci sono. È sempre consigliabile, data la complessità degli aspetti da considerare, rivolgersi a professionisti capaci di fornire credenziali certe in termini di competenza e di esperienza e che possano prestare assistenza nel percorso necessario per beneficiare delle misure incentivanti.
Le Fonti Group risponde a questi requisiti ed è in grado di accompagnare nel complesso mondo delle agevolazioni fiscali non solo per gli interventi legati alla sicurezza sismica, ma anche per le ristrutturazioni edilizie e per le misure incentivanti previste per chi decide di dotarsi di impianti a fonti energetiche rinnovabili.
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Come Progettare edifici a Impatto Zero
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Amministrare condomini in modo efficiente: Modelli, Tecnologie e Soluzioni
Mese: Maggio 2024
Nell’era dell’evoluzione tecnologica e della crescente consapevolezza ambientale, la gestione dei condomini si trova ad affrontare sfide sempre più complesse. Il panorama immobiliare attuale richiede non solo una gestione efficiente e accurata degli spazi abitativi, ma anche un’impronta sostenibile dell’ambiente e un uso più efficiente e razionale delle risorse. In questo contesto, emerge un nuovo paradigma: l’amministrazione intelligente, basata su modelli, tecnologie e soluzioni innovative.
Le esigenze normative e la Direttiva Case Green
La Direttiva Case Green è un imperativo per il settore immobiliare, impegnato nella transizione verso una società a basse emissioni di CO2. L’adozione di pratiche e tecnologie eco-sostenibili è essenziale per conformarsi a queste normative e per contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici. In questo contesto, è necessario affidarsi a realtà in grado di offrire soluzioni chiavi in mano per la riqualificazione edilizia e il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050.
Efficienza e sostenibilità: pilastri dell’amministrazione condominiale
L’efficienza energetica è un altro elemento fondamentale nell’amministrazione dei condomini. Investire in tecnologie e infrastrutture che riducano il consumo di energia e le emissioni di gas serra non solo riduce i costi a lungo termine, ma contribuisce anche a preservare l’ambiente. Le soluzioni di building automation rappresentano un approccio innovativo per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare il comfort abitativo.
Grazie a sistemi intelligenti di gestione energetica, è possibile monitorare e controllare in modo efficiente l’illuminazione, il riscaldamento, la climatizzazione e altri servizi, riducendo gli sprechi e migliorando la qualità della vita dei condomini.
Il ruolo cruciale dell’amministrazione intelligente
L’amministrazione intelligente è il fulcro di una gestione condominiale moderna ed efficiente. Grazie all’adozione di strumenti digitali e piattaforme collaborative, gli amministratori possono semplificare le operazioni quotidiane, migliorare la comunicazione con i condomini e ottimizzare la manutenzione degli edifici. Soluzioni software avanzate consentono la gestione automatizzata delle pratiche amministrative, la tracciabilità delle spese e la creazione di report dettagliati.
Questo non solo aumenta l’efficienza del processo decisionale, ma favorisce anche una maggiore trasparenza e partecipazione da parte dei condomini.
L’approccio integrato di Le Fonti per una gestione completa
Le Fonti si distingue per il suo approccio integrato in grado di offrire un valido supporto alla gestione condominiale. Grazie alla sua vasta esperienza nel settore e alla sua rete di partner specializzati, piò offrire un supporto completo per la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e sostenibile. Inoltre, attraverso l’implementazione di sistemi di building automation e la promozione di pratiche di gestione intelligente, Le Fonti fornisce soluzioni su misura per le esigenze specifiche di ogni condominio, contribuendo a creare ambienti abitativi più efficienti, confortevoli e sostenibili.
In conclusione, l’amministrazione efficiente dei condomini richiede un approccio integrato che tenga conto delle esigenze normative, dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale. Grazie a modelli, tecnologie e soluzioni innovative, è possibile migliorare la qualità della vita nei condomini, riducendo i costi e l’impatto ambientale. Aziende come Le Fonti giocano un ruolo chiave in questo processo, offrendo expertise e supporto per una gestione che possiamo definire all’avanguardia.
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