Monitorare i consumi in condominio con efficienza e rispetto della privacy

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Marzo 21, 2024

La gestione mirata dei consumi, attraverso soluzioni e sistemi tecnologici, è una esigenza sempre più forte nel percorso verso il raggiungimento degli obiettivi UE, specie nel caso dell’edilizia residenziale. Ecco su cosa si può contare e gli aspetti cui prestare attenzione, a proposito di tutela della privacy

Monitorare i consumi in edilizia residenziale, in particolare nei condomini, è una priorità se si intende conoscere e ridurre il fabbisogno energetico e le emissioni. L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ricorda che le attività degli edifici costituiscono il 30% del consumo globale di energia finale e il 26% delle emissioni globali legate all’energia.

Cambiare questa situazione richiede un impegno forte e diffuso, se si considera che il 75 % degli edifici UE è tuttora inefficiente sul piano energetico.

La digitalizzazione offre un aiuto, attraverso soluzioni mirate per il monitoraggio dei consumi, delle emissioni e per elevare l’efficienza e il comfort. Tuttavia, serve prestare massima attenzione alla privacy. Gli stessi europei sono ben consapevoli del rischio: da un sondaggio condotto da Eurobarometro emerge che il 46% dei cittadini è preoccupato per il potenziale uso improprio dei propri dati personali da parte delle aziende. 

Riuscire a conciliare riduzione dei consumi e legittima tutela della privacy assume, quindi, una finalità prioritaria.

L’importanza di monitorare i consumi e le soluzioni dedicate

Monitorare i consumi energetici è un prerequisito prezioso per contare su edifici efficienti dal punto di vista energetico e sostenibili. A questo fine vengono in aiuto i sistemi dedicati come gli smart meter. L’Italia, in questo senso, è il Paese più avanzato al mondo. Secondo una ricerca condotta da Juniper Research, entro il 2027, il nostro Paese avrà il tasso di penetrazione più alto a livello mondiale (99,6%) di contatori intelligenti nelle famiglie.  

 

Ci sono poi le soluzioni di monitoraggio che rientrano in ambito smart home. È un settore che sta crescendo, come ha messo in luce l’analisi del mercato specifico dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. Il mercato della “casa intelligente” vede una forte attenzione dei consumatori finali, sempre più attenti alla tematica, sia per i costi associati ai consumi sia per la crescente attenzione alla sostenibilità. Come annotano gli analisti dell’Osservatorio:

“il 17% degli utenti associa il concetto di smart home alla gestione dei propri consumi (+5% rispetto al 2022). Il 24% degli utenti individua come servizio di maggiore interesse per il futuro proprio l’analisi in tempo reale dei consumi energetici.”

Il passo avanti in termini di tecnologia per una casa intelligente ed efficiente è la domotica, che annovera anche sistemi per il monitoraggio dei consumi, all’interno di un insieme di soluzioni integrate per la gestione smart della casa. 

Ci sono poi le soluzioni ICT più evolute come i BEMS (Building energy management system), che monitorano e controllano le apparecchiature elettriche e meccaniche di un edificio.

Cosa prevede l’EPBD: smart readiness indicator per l’edificio

Nel testo della nuova Energy Performance Building Directive (altrimenti detta “Direttiva Case Green” ) sono fissati obiettivi sfidanti per ridurre i consumi: gli Stati membri dovranno ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22 % entro il 2035.

La stessa EPBD non manca di illustrare il concetto di sistemi per monitorare i consumi. Come si legge nel testo, gli Stati membri devono stabilire requisiti affinché, dove fattibile a livello economico, nel 2025 gli edifici residenziali nuovi e quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti siano attrezzati con una funzionalità di monitoraggio elettronico continuo, che misura l’efficienza dei sistemi e informa i proprietari o gli amministratori in caso di variazione significativa e qualora occorra procedere alla manutenzione dei sistemi. Nell’EPBD emerge il concetto di Smart Readiness Indicator, l’indicatore di predisposizione degli edifici all’intelligenza, che dovrebbe misurare la capacità degli edifici di usare le tecnologie ICT e i sistemi elettronici per adeguarne il funzionamento alle esigenze degli occupanti e alla rete e migliorare l’efficienza energetica e la prestazione complessiva degli edifici. Tale indicatore, come si legge nel testo della direttiva, avrà anche il compito di sensibilizzare i proprietari e gli occupanti sul valore dell’automazione degli edifici e del monitoraggio elettronico dei sistemi tecnici per l’edilizia e dovrebbe rassicurare gli occupanti circa i risparmi reali di tali nuove funzionalità potenziate. 

 

Digitalizzazione e sicurezza: l’importanza di sapersi affidare ai professionisti

Come illustrato, le soluzioni per monitorare i consumi non mancano certo. 

Tuttavia, va sempre considerata la tutela della privacy e della sicurezza dei dati, una priorità che deve essere sempre ben presente. 

 

I rischi di cybersecurity crescono. Pensiamo ai dispositivi IoT: man mano che essi diventano più economici, piccoli e distribuiti in modo più capillare, possono rivelare più informazioni rispetto a quanto previsto e minacciare la privacy degli utenti. Una ricerca pubblicata su Nature, a questo proposito, spiega che i sensori IEQ (Indoor Environmental Quality) installati per il risparmio energetico e il monitoraggio della salute interna sono elementi che possono essere impiegati per carpire informazioni sensibili sugli occupanti di un’abitazione.

 

È bene avvalersi di sistemi capaci di offrire il giusto grado di sicurezza, ma anche di affidarsi a professionisti che possano consigliare e affiancarsi – specie nel caso di nuove costruzioni o di ristrutturazioni importanti – in veste di general contractor.

 

Un esempio, a tale riguardo, lo offre Le Fonti Group, Società Benefit in grado di proporsi per svolgere diversi servizi mirati anche su questo fronte. Come ricorda il Presidente, Riccardo Tassi, «attraverso le società del gruppo si sviluppa un numero sempre più ampio di applicazioni intelligenti che permettono di gestire gli edifici in maniera automatizzata. Complice l’attuale situazione macroeconomica, verrà posta una maggiore attenzione all’utilizzo di dispositivi smart dedicati in particolare al monitoraggio dei consumi di ogni singolo punto di accesso. Particolarmente attenzione viene riservata al monitoraggio strutturale degli edifici attraverso la gestione, elaborazione e visualizzazione in tempo reale dei dati di monitoraggio registrati da una molteplicità di sensori».

 

In particolare, la soluzione MuReQua Storage Component realizzata grazie all’esperienza e alle intuizioni del prof. Iovane e proposta da Le Fonti Group, è una rivoluzionaria soluzione di archiviazione dati progettata per garantire la massima sicurezza e privacy.

 

Ogni file dati caricato in questa piattaforma viene frammentato e crittografato con una chiave di sicurezza unica per ogni frammento, garantendo un quadruplo livello di protezione per i dati sensibili. Si tratta di un approccio innovativo in grado di trasformare i file in una sequenza complessa di dati crittografati, rendendo virtualmente impossibile la decrittografia da parte di terze parti non autorizzate.

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APE: come si misura l’efficienza energetica di una casa

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Marzo 1, 2024

L’Attestato di Prestazione Energetica è uno strumento fondamentale per richiedere bonus e incentivi per la riqualificazione edilizia. Ecco perché

La Certificazione energetica degli edifici è un indicatore fondamentale per analizzare lo stato attuale del settore edilizio, responsabile di circa il 40% delle emissioni globali di CO2.

A tal proposito, riveste un ruolo importante l’APE (Attestato di Prestazione Energetica), conosciuto più semplicemente anche come certificazione energetica, ovvero un documento tecnico nel quale è indicata la prestazione energetica di un edificio o di una singola unità immobiliare.

Sostanzialmente, l’APE restituisce la valutazione energetica dell’immobile, evidenziando, in relazione al suo utilizzo, i consumi di energia e la quantità di CO2 emessa. Sulla base di questi dati, l’APE assegna all’immobile una classe energetica che può andare dalla G, per gli edifici meno efficienti, alla A4 per i più performanti.

Sul piano legislativo europeo e nazionale, c’è una chiara tendenza a intervenire sugli immobili a bassa efficienza, in modo da migliorarne, anche attraverso incentivi e bonus, la classe energetica e ridurne i consumi.

Ecco, quindi, che diventa fondamentale essere in possesso dell’Attestato di Prestazione Energetica per poter valutare i consumi energetici – e conseguentemente i costi – e il confort abitativo dell’immobile. L’APE è, inoltre, obbligatorio per legge in caso di vendita o di locazione dello stesso.

Inoltre, a partire dal 2026, l’APE servirà a confermare l’adesione ai nuovi requisiti: gli edifici di gestione, utilizzo o proprietà pubblica di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero.

I nuovi edifici privati dovranno rispettare gli stessi requisiti a partire dal 2028.

Classificazione energetica: la situazione edilizia in Italia

Dal Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici, redatto da ENEA congiuntamente con il Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI) sulla base dei dati 2022, emerge un quadro tutto sommato positivo relativamente allo stato degli immobili italiani e all’andamento delle ristrutturazioni.

Rispetto alle rilevazioni dell’anno precedente, i dati evidenziano una diminuzione del 3,7% degli immobili classificati nelle categorie energetiche inferiori, F e G, accompagnata da un aumento corrispondente nelle categorie A4 e B, le più virtuose. Tuttavia, la sfida rimane considerevole, con circa il 55% degli immobili ancora posizionati nelle classi energetiche più basse. La percentuale di Attestati di Prestazione Energetica (APE) riconducibili alle categorie energetiche migliori (A4-B) si attesta, invece, a circa il 14%.

Ulteriori osservazioni rivelano che la Lombardia è la Regione con la maggiore quantità di attestati emessi (20,5%), seguita da Lazio (9,6%) e Veneto (8,4%). Gli immobili certificati sono spesso associati a transazioni immobiliari e locazioni, sebbene tale correlazione, seppur prevalente all’80%, presenti un leggero decremento. Le riqualificazioni energetiche (5,7% degli APE) e le ristrutturazioni importanti (4,1% degli APE) mostrano una crescita dell’1,5%, sottolineando un incremento di interventi mirati all’efficientamento energetico.

Efficientamento energetico degli edifici: cosa prevede la normativa europea

I numeri raccolti nel rapporto di ENEA e CTI  sono destinati a crescere.

Nonostante siano ancora in corso discussioni e trattative tra gli Stati membri, il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva sul rendimento energetico (EPBD), anche detta Direttiva case green, al fine di ridurre i consumi energetici degli edifici e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

In particolare, la direttiva sancisce che:

  • dal 2026, gli edifici di gestione, utilizzo o proprietà pubblica di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero. I nuovi edifici privati dovranno rispettare gli stessi requisiti a partire dal 2028
  • entro il 2028, tutti gli edifici di nuova costruzione, ove fattibile dal punto di vista economico e tecnologico, devono adottare tecnologie solari. Per gli edifici residenziali soggetti a ristrutturazioni significative, la scadenza è prorogata al 2032.
  • entro il 2030 gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe E (entro il 2027 per quelli pubblici), ed entro il 2033, la classe D (entro il 2030 per quelli pubblici).
  • dal 2035, sarà vietato l’utilizzo di sistemi di riscaldamento a combustibili fossili per edifici di nuova costruzione e quelli sottoposti a ristrutturazioni profonde.

Sono già previste delle deroghe per specifiche categorie di edifici residenziali, che prendono in considerazione fattori quali fattibilità economica, tecnica e disponibilità di manodopera qualificata.

Certificazione energetica: primo requisito per ristrutturare e ottenere i bonus edilizi

Come anticipato, l’APE è obbligatorio nel caso di vendita o locazione di un immobile. Non solo: l’Attestato di Prestazione Energetica è obbligatorio anche in caso di lavori di ristrutturazione importante finalizzati all’efficientamento energetico, ovvero interventi eseguiti sull’involucro esterno dell’immobile, quindi pareti perimetrali, tetto e infissi, che coinvolgano una superficie superiore al 25% del totale.

Bonus edilizi: quando serve l’APE

È obbligatorio essere in possesso della certificazione energetica anche nei casi in cui si intenda far richiesta di bonus edilizi per avviare la ristrutturazione di un immobile. Nello specifico, l’Attestato di Prestazione Energetica è obbligatorio per poter usufruire dell’Ecobonus.

L’Ecobonus è un incentivo che consente di ottenere una detrazione fiscale in corrispondenza dell’esecuzione di alcuni interventi di ristrutturazione, finalizzati all’efficientamento energetico, sulla propria abitazione.

A seconda della tipologia di intervento, la detrazione fiscale può essere del 65% o del 50%. In particolare, i lavori che garantiscono l’accesso all’Ecobonus 65% sono:

  • acquisto e installazione di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A, contestualmente all’installazione di sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VIII.
  • l’installazione di impianti di climatizzazione invernale basati su apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione
  • gli interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con generatori d’aria calda a condensazione
  • sostituzione di vecchi impianti con micro-cogeneratori, purché si ottenga un risparmio di energia primaria almeno del 20%
  • sostituzione, integrale o parziale, dell’impianto di climatizzazione invernale esistente, con pompe di calore ad alta efficienza o impianti geotermici a bassa entalpia
  • sostituzione di impianti per la produzione di acqua calda sanitaria tradizionali, con scaldacqua a pompa di calore
  • acquisto e l’installazione di sistemi di domotica per il controllo dell’impianto di riscaldamento, produzione di acqua calda sanitaria o climatizzazione.
  • gli interventi strutture opache verticali e orizzontali, purché siano rispettati i requisiti di trasmittanza termica
  • l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda a uso domestico, industriale, per strutture sportive, case di cura e scuole.

L’Ecobonus si ferma, invece, al 50% per:

  • acquisto e posa di finestre, infissi e schermature solari, porte esterne e portoncini
  • acquisto e installazione di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A, senza contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti
  • sostituzione o nuova installazione di impianti di riscaldamento a generatori a biomassa, ad esempio pellet.

L’APE non è richiesto per gli interventi di riqualificazione degli immobili per l’adeguamento sismico.

Richiesta APE e svolgimento lavori: il ruolo del General Contractor

Orientarsi nel mondo delle agevolazioni edilizie e dei Bonus non è facile: individuare un general contractor che possa porsi come unico interlocutore, in grado di supportare chi affronta una ristrutturazione o una riqualificazione, diventa cruciale.

Le Fonti Group opera come General Contractor nell’ambito dei bonus edilizi e della riqualificazione del patrimonio immobiliare, affiancando ai servizi più tradizionali anche una serie di servizi di carattere innovativo che vanno dalla building automation alla cybersecurity e tutela dei dati personali, dal waste management alla gestione di comunità energetiche rinnovabili e alla gestione distribuita di energia.

In questo modo, Le Fonti Group offre soluzioni di valore nella digitalizzazione e nella transizione energetica, aspetti sempre più cruciali per il rinnovamento del patrimonio edilizio.

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